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“Emilia Romagna segreta in cucina”, curato da Stefano Andrini, racconta con lo stile del romanzo la grande epopea del mettersi a tavola che in regione non è mai solo una necessità ma anche un piacere.
In questa raccolta chef, sindaci, comici, nonne, giornalisti raccontano le diverse sfaccettature di una Emilia Romagna del cibo, che emana fragranze diverse.
All'interno di questa raccolta trova posto anche un racconto della Bologna che ha saputo accogliere e dare spazio ai pionieri del naturale, innescando un proliferare di negozi di cibi naturali e di ristorantini vegetariani e macrobiotici che negli anni si è ingrandito in modo esponenziale, fino ad avere un tale influsso da cambiare oggi i menù di tutti i ristoranti cittadini, anche di quelli più tradizionali.
Estratto dal libro
Pionieri della tradizione secondo natura
di Giuseppina Siotto
[...] E oggi, guardando i menù dei ristoranti tradizionali che espongono sempre più spesso piatti per vegetariani e vegani, non posso non ricordare la storia che ha permesso tutto questo, le basi messe dai pionieri che, dalla fine degli anni '60 del secolo scorso, facevano a Bologna quello che ancora non si faceva in altre città d'Italia e che rappresenta un caso unico anche nel panorama internazionale. Piccoli gruppi di persone si riunivano in associazioni e sperimentavano gli insegnamenti che venivano dalla Germania di fine '800 della Lebenreform (Riforma della vita), recuperando i concetti ippocratici della cura secondo natura, ma anche i principi filosofici, energetici e spirituali che venivano dal Giappone attraverso gli insegnamenti della macrobiotica di George Ohsawa. Una sperimentazione che si esprimeva in esperienze concrete, come l'importazione e la diffusione di cibi integrali e biologici, difficili da trovare, e di un tipo di cucina che si prende cura del benessere e della salute. E' grazie a questi incontri, a queste esperienze che ho apprezzato di più la cucina tradizionale e ho avuto voglia di trasformarla, adattandola alle mie nuove esigenze, che incontrano quelle di altre persone, sostituendo gli ingredienti che non corrispondono al mio senso del benessere, salvando quelle atmosfere sensoriali che ci tengono in contatto con la ricchezza della nostra storia.[...]